Osamu Tezuka è stato soprannominato “il dio dei manga” per aver contribuito a definire il manga seriale e il linguaggio dell’animazione giapponese come oggi noi li conosciamo. Ci riuscì lavorando senza sosta: in circa quarant’anni di carriera, dal 1946 al 1989, Tezuka realizzò circa 700 storie a fumetti (per un totale di oltre 150.000 tavole disegnate) e oltre 70 progetti di animazione – cifre notevoli anche per gli operosissimi standard giapponesi. Che fosse in ufficio o a casa, su un taxi o in aereo, Tezuka disegnava sempre. Persino nei suoi ultimi istanti di vita, quando un’infermiera dovette sfilargli dalle mani carta e matita.
Con questo impegno e dedizione, Tezuka creò un linguaggio narrativo unico fondendo elementi propri dello stile grafico giapponese con altri ripresi da Walt Disney. Fece del manga una forma espressiva capace di raccontare ogni tipo di storia, ridanciana o tragica, e di parlare a ogni tipo di pubblico, dai bambini agli adulti. Tra le sue creazioni ancora oggi famose ci sono Astro Boy, il robot super forte dall’aspetto e dal cuore di un bambino; La principessa Zaffiro, la spadaccina con due cuori, uno da maschio e uno da femmina; Kimba il leone bianco, che secondo alcuni ispirò il film Il re leone. Nella folla di personaggi da lui creati, forse meno celebre ma non per questo meno amato, c’è anche un unicorno magico, il protagonista della miniserie Unico.
Di che cosa parla Unico?
Unico è un piccolo unicorno curioso e grazioso, molto più coraggioso dei suoi fratelli e sorelle, che con i suoi poteri riesce a suscitare nelle persone i buoni sentimenti e l’amore per l’arte e la creatività. Per questo suo naturale potere attira l’invidia e l’ira di Venere, che vorrebbe essere l’unica fonte di ispirazione dei mortali. Crudele e insensibile, la dea della bellezza ordina di esiliare l’unicorno per l’eternità e assegna l’incarico a una delle sue servitrici, il Vento dell’Ovest Zefiro. Incapace di disobbedire ma anche di commettere un’azione così terribile, Zefiro architetta uno stratagemma: cancellerà la memoria dell’unicorno e lo porterà sulla Terra, dove lo lascerà vivere tranquillo fino a che i suoi poteri non si risveglieranno. Unico vivrà così mille avventure in epoche e luoghi sempre diversi, conoscendo tanti amici e creando nuovi ricordi da cui Zefiro dovrà di volta in volta strapparlo per salvargli la vita.
Un unicorno magico
Un personaggio così tenero e grazioso non poteva che esser nato in circostanze particolari. In uno dei suoi poco frequenti viaggi fuori dal Giappone, Tezuka era infatti stato a Los Angeles negli studi di Sanrio, un’azienda giapponese famosa per i suoi giocattoli venduti in tutto il mondo e oggi nota per la sua creazione più famosa, Hello Kitty. Nel corso di questa visita Tezuka concepì un personaggio con tutti i requisiti per piacere a bambine e bambini di tutto il mondo: un unicorno – animale fantastico con cui il pubblico occidentale aveva familiarità (e che nel film di Walt Disney Fantasia veniva associato alle divinità dell’antica Grecia) – dall’aspetto kawaii, ossia infantile, adorabile e puccioso. Il manga che raccontava le sue avventure, contrariamente alla prassi giapponese e sull’esempio dei comics americani, sarebbe stato stampato a colori e avrebbe avuto un senso di lettura all’occidentale.
La serie Unico venne pubblicata dal 1976 al 1979 su Lyrica, una rivista di Sanrio pensata per le giovani lettrici. La popolarità del manga portò a realizzare ben tre film d’animazione, sempre prodotti da Sanrio: Unico: Black Cloud, White Feather (1979, mai distribuito in Italia), Le fantastiche avventure di Unico (1981) e Unico nell’isola della magia (1983). Come era successo già in molti altri lavori di Tezuka, nei film la storia originale viene adattata e rimaneggiata. Del resto, lo stesso spunto narrativo di partenza di Unico, per cui l’unicorno vive numerose avventure attraverso lo spazio e nel tempo tra di loro autoconclusive, si prestava alla possibilità di variare ed espandere le storie di partenza.
Proprio per questo motivo, nel 2022 il piccolo unicorno si è risvegliato ancora. Con il sostegno di Tezuka Productions (lo studio d’animazione giapponese fondato dal mangaka e tuttora detentore dei diritti delle sue opere) lo sceneggiatore Samuel Sattin e il duo di disegnatrici Gurihiru hanno lanciato su Kickstarter un progetto di reboot che ha raccolto immediatamente attenzione, consensi e fondi. Il progetto è arrivato poi a Scholastics, un importante editore americano di libri per bambini e ragazzi, e due anni dopo anche in Italia con Tunué.
Perché leggere Unico?
Il reboot di Sattin e Gurihiru mantiene inalterata l’ispirazione e l’impronta di Tezuka ed è infatti estremamente fedele al manga originale. Le disegnatrici Gurihiru hanno rinfrescato il design dei personaggi senza alterare la loro fisionomia e hanno optato una colorazione più brillante, che rispecchiasse le nuove possibilità degli strumenti digitali e della stampa odierna. Sattin ha conservato e rilavorato gli spunti e gli elementi delle storie originali che le rendono adatte a un pubblico di bambini e bambine, ossia più giovane rispetto a quello cui si rivolgeva Tezuka, individuato tra le lettrici di 12-18 anni.
Alla luce della sensibilità odierna, la versione originale del manga (attualmente pubblicata in Italia da J-Pop) è una lettura che si consiglia a un pubblico più maturo, con una certa familiarità con gli stilemi del manga degli anni ’70 e ’80. La nuova serie di Unico è invece pensata come una lettura per tutta la famiglia. Mostrando come l’amicizia, l’affetto e l’amore siano le uniche forze in grado di risvegliare un potere grande abbastanza da salvare ogni situazione, Unico racconta di come ognuno abbia il diritto di essere sé stesso e di trovare un proprio posto nel mondo, e di come il pianeta in cui viviamo sia un organismo vivente da difendere e rispettare.
Il giovane unicorno continua a trasmettere con la sua magia quei valori che il suo creatore Tezuka gli aveva impresso a una nuova generazione di lettori e lettrici.