Sin Cinema

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Sin Cinema. Il genio di Frank Miller da Daredevil e Batman a Sin City, scritto da Gianluca Aicardi, offre un esaustivo sguardo sull’opera di Frank Miller e sulla stretta relazione con il cinema ed il suo linguaggio narrativo.

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Sono passati ormai vent’anni da quando il fumetto americano mainstream cambiò radicalmente faccia, rinnovando approccio e direzione, a opera di un manipolo di autori di eccezionale talento.

Frank Miller fu il primo alfiere del movimento, datando marzo 1986 l’esordio della miniserie/evento Batman: The Dark Knight Returns, in anticipo di qualche mese sull’altra grande opera di svolta degli anni Ottanta, Watchmen dell’inglese Alan Moore.

L’unico dei grandi rinnovatori che fosse realmente statunitense di nascita e all american di indole e formazione, il solo che nascesse come disegnatore prima che come sceneggiatore, Frank Miller e il suo influsso grafico e letterario non avrebbero in seguito più smesso di contaminare fumetto, cinema e immaginario visivo, creando una nuova estetica fondata su radici antiche e sempre vive: cinema noir, narrativa pulp estetizzata, espressionismo.

L’uscita della versione filmica di Sin City, la saga hard boiled destinata a diventare la sua opera più rappresentativa, ci offre il destro per operare un rapido consuntivo di Frank Miller e dei suoi due decenni di carriera al vertice, passati a tracciare segni inconfondibilmente cinematografici, per tentare poi di farli approdare sul grande schermo, mai fino a oggi con esiti che risultassero all’altezza.

Ma ora, con l’aiuto del regista Robert Rodriguez, allievo di quel Quentin Tarantino che negli anni Novanta per scuotere il cinema a stelle e strisce aveva usato, fra le altre, anche l’ispirazione milleriana, la luce tagliente e le ombre assolute di Frank Miller sono finalmente tornate al luogo da dove provenivano.