IL LIBRO
La Pixar, forte dei tre miliardi di dollari finora incassati dai suoi primi sei lungometraggi e dei sette miliardi e mezzo che la Disney ha dovuto sborsare per portare a termine la clamorosa acquisizione, appare oggi serenamente lanciata verso un futuro in cui l’animazione digitale in 3D, che in breve tempo è passata da curiosità estetica a strumento insostituibile in ogni branca dei media cinematici, sarà chiamata a raggiungere il suo massimo punto di evoluzione tecnica, fino a convogliare le proprie istanze innovatrici in nuove direzioni.
Qualunque cosa riserverà la prossima tappa di sviluppo dell’ultima nata fra le tecniche dell’animazione, una cosa è certa: la Pixar sarà ancora in prima fila, sfidando le numerose concorrenti che sono sorte sulla sua scia e offrendo nuove prove del suo cinema che, fatto assai raro nell’entertainment contemporaneo, riesce a coniugare spettacolo e intelligenza, unendo il fascino forse effimero delle tecnologie digitali con i solidi espedienti dell’animazione disneyana classica e l’universo concettuale dei pupazzi tridimensionali, grazie all’apporto artistico di alcuni dei migliori animatori e registi attualmente in attività sulla scena americana.