La Quercia, poesie inedite di Walt Whitman illustrate da Brian Selznick

La quercia poesie inedite di Walt Whitman illustrate da Brian Selznick
La quercia poesie inedite di Walt Whitman illustrate da Brian Selznick

“L’intensità di un poeta sempre attuale, accompagnato dalla profondità di un illustratore capace di dare forma alle emozioni.”
(Martina Russo, Andersen)

La Quercia è l’opera di Brian Selznick nella quale il famoso illustratore – già conosciuto per La straordinaria invenzione di Hugo Cabret – presenta le poesie inedite di Walt Whitman sulla sua attrazione segreta per gli uomini. 

L’opera raccoglie dodici poesie, che Walt Whitman scrisse negli anni Cinquanta dell’Ottocento su un quadernetto e che intitolò Live Oak, with moss: è una storia d’amore tra due uomini che alla fine si separano. 
Quelle poesie non vennero mai pubblicate e, anzi, vennero scorporate dallo stesso Whitman nella sua opera Foglie d’erba del 1860, per nasconderle tra le pagine della sezione Calamus. Circa un secolo dopo, nel 1953, questi testi vennero scoperti, ma mai pubblicati.
Brian Selznick ha deciso di illustrarli, per renderli noti al grande pubblico, anche in risposta all’affermazione di Maurice Sendak, suo mentore, che le poesie non si possono illustrare.

Selznick ha accolto questa provocazione, tentando invece ciò che sembrava quasi impossibile: accompagnare le poesie con delle immagini. La sua resistenza nasceva dalla convinzione che la poesia è in grado di creare già da sola un legame molto forte con il lettore, che non necessita di ulteriori elementi per essere rinforzato, perché si crea una comunione diretta tra lettore e poeta.

Con La Quercia, quindi Brian Selznick risolve il dilemma della rappresentazione delle poesie, realizzando una serie di illustrazioni che non accompagnano e non spiegano il testo, ma che lo seguono e ne aggiungono significati e sfumature. Le immagini sono inserite per fare da cornice al testo, per dare al lettore una lente attraverso la quale interpretare le parole dello stesso Whitman. Le illustrazioni costituiscono una storia a parte che poi, proprio come i rami di una quercia, finirà per intrecciarsi con le potenti parole del poeta su quell’attrazione che è rimasta taciuta per molti anni.

Al tempo stesso, però, pur rappresentando una storia quasi parallela, le illustrazioni permettono all’intera narrazione di spostarsi in una dimensione onirica: attraverso la fenditura nel tronco di una quercia veniamo spinti verso quella passione – rappresentata dal fuoco che arde all’interno dell’albero – di cui lo stesso Whitman parla nelle poesie che ritroviamo al termine di questa potente sequenza di immagini.

Bianco e nero predominano nella primissima parte della narrazione, per poi lasciare il posto a pennellate di colore accese, che subentrano all’improvviso, quasi a preannunciare che siamo vicini alla fine di quella sequenza narrativa: si apre così una porta sul colore, che spiazza, ma che rende più intenso il racconto visivo, aumentandone il ritmo.

Una struttura che è in grado di amplificare la voce del poeta statunitense, che in questi versi è ancor più propenso a raccontare sé stesso, non senza provare vergogna per il suo orientamento (“mi vergogno  ma è inutile  sono quello che sono”, scrive nell’ottava poesia). Bisogna ricordare, infatti, che queste poesie risalgono a un’epoca pre-queer, dove il concetto stesso di “omosessualità” non esisteva. Walt Whitman ripercorre con coraggio le tappe della sua educazione sessuale e amorosa, e le sue stesse poesie sembrano seguire un percorso che ricalca quello di molte persone omosessuali: vivere in segreto la prima parte della loro vita, per poi uscire allo scoperto.

Un libro che, pur partendo da testi risalenti a centocinquanta anni fa, è tremendamente attuale, come afferma lo stesso Selznick:
“Partendo dalla sua personale esperienza, il poeta sembra dirci che, anche se sembra impossibile, anche se ne usciamo devastati, si può sopravvivere al dolore. La grandezza di Whitman sta proprio nel saper raccontare le proprie esperienze come se parlasse di quelle del lettore” (Andersen, n.372)

Le illustrazione di Selznick sono poesia, proprio come quella di Walt Whitman, lo scrittore statunitense che ha attraversato tutto l’Ottocento segnandolo con la sua vita esagerata, appassionata, sempre alla ricerca di una pienezza impossibile
(Luca Raffaelli, Robinson, La Repubblica)

La Quercia gioca con gli occhi e la mente del lettore. Pone il senso della vista come sostegno alle parole che vediamo scorrere sulle pagine di questa splendida e curata edizione di Tunué.”
(Luca Varriale, La Scimmia Pensa)

“Missione quasi impossibile non sfigurare vicino alla penna di uno dei più grandi poeti della letteratura mondiale, ma Selznick riesce con le sue illustrazioni nell’intento di arricchire e moltiplicare qualcosa di già stupendamente ricco e moltiplicato.”
(Manuel Lucaroni, Mangaforever)


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