“La luna e i falò”. Dal romanzo di Pavese al graphic novel Tunué

Uno dei punti di riferimento della narrativa Italiana del ‘900 diventa un fumetto dalla indiscussa
potenza narrativa e visiva.

Il 4 febbraio arriva in libreria l’adattamento de La luna e i falò di Cesare Pavese realizzato da
Marino Magliani e Marco D’Aponte con la prefazione di Marta Barone.

 

 

La luna e i falò: la trama 

Il racconto a fumetti dell’ emozionante e coinvolgente storia di Anguilla, un uomo che, all’indomani della Guerra, torna nel suo paese d’origine in Piemonte. Un ritorno alla città natale nostalgico e tormentato perché Anguilla ripercorre con l’amico di una vita, Nuto, i luoghi di infanzia e dell’adolescenza scoprendo che, nonostante sembri tutto uguale, ogni cosa è diversa.

Abbandonato alla nascita, Anguilla viene adottato da una famiglia che per l’atto compiuto riceve una rendita mensile; rimasto presto orfano inizia a lavorare passando da una famiglia all’altra, mantenendo il suo essere gracile e solitario. Una volta diventato adulto e terminato il servizio militare sul campo, Anguilla, desidera vedere ancora una volta la casa dove è cresciuto e le strade vissute da ragazzino. Le vicende affrontate nel presente unite ai ricordi, a volte spensierati a volte tristi, portano l’uomo a realizzare che il mondo è diverso da come lo immaginava. Si rende conto che è il paese che ti dà i natali ad essere la tua famiglia, capisce che non c’è altro posto a cui appartiene.

 

 

Intervista agli autori Marino Magliani e Marco D’Aponte: le sfide de La luna e i falò

 

Attraverso un’intervista agli autori, Marino Magliani e Marco D’Aponte, scopriamo quali sono gli
steps, le scelte e le idee finali che portano alla realizzazione di un fumetto così profondo.

Q. Come è nata l’idea di far diventare fumetto un romanzo del ‘900, e perché proprio
questo romanzo?

A: Marino:” Il nostro sodalizio risale al 2006, avevamo già lavorato su un’icona della letteratura come
Tabucchi e il suo Sostiene Pereira, e diciamo che ci piacciono le sfide, ossia sceneggiare e disegnare quel
tipo di romanzi di poca trama ma di idee intense, quindi non facili da tradurre in graphic novel. Avevamo
pensato a Paesi tuoi, dove c’é più azione, un senso del selvaggio, una ruralità meno contemplativa, ma
poi abbiamo pensato che La luna ei falò fosse il romanzo dove Pavese ha condensato il suo simbolismo e i
suoi miti”.

Q. Marco D’Aponte, non è la prima volta che disegna un volto per un personaggio di un
romanzo, come l’ha affrontato?

A: D’Aponte: “Mi sono occupato come sempre della “messa in scena” del testo, così come fa un regista. Scelta dei luoghi, scelta delle inquadrature, dei tempi del racconto e ovviamente scelta del cast. Pavese non descrive fisicamente Anguilla, ma è un tipo forte, solido, con esperienze di vita. Ho scelto una figura massiccia ma anche piacevole, Anguilla piace alle donne, ci fa capire Pavese. Se fossi stato un regista del neorealismo avrei proposto Raf Vallone”.

Q. Questa non è la vostra prima collaborazione, com’è tornare a lavorare insieme? Quali
sono le vostre tecniche di lavoro e come è stato unirle?

A: Marino: ” Nel 2006 uscì un mio romanzo e iniziammo a ragionarci, la graphic ebbe una prima vita e
ora una seconda per Miraggi, nel frattempo facemmo altro assieme, anche passeggiate e nuotate,
vedendoci un po’ in Liguria e un po’ a Torino. Le nostre tecniche sono che io nella vita faccio il traduttore
e con le graphic faccio un lavoro simile traduco un romanzo in sceneggiatura e poi passo la palla a Marco
che mi richiede di lavorarci una o due o tre volte, su certe pagine ci sto settimane”.
D’Aponte:”Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato molto insieme. Questo è il nostro quarto lavoro e
abbiamo un metodo collaudato. Magliani mi lascia libero di impostare il lavoro e poi si discute sulla
sceneggiatura disegnata. Non amo lavorare su sceneggiature troppo vincolanti e per fortuna mi è
capitato poche volte“.

Q. Marino Magliani è stato difficile adattare un romanzo a racconto per immagini? Quali
step ha seguito?

A: Marino: “È sempre una cosa da sorvegliare molto, per me significa farmene un film (ma non
scopro l’acqua calda) e poi cercare di trasmetterlo a D’Aponte“.

 


Q. Come e perché diventare un autore di fumetti?

A: D’Aponte: “Il fumetto è stata sempre una grande passione, sin dall’infanzia. Ho letto sempre di tutto, dagli adattamenti di famosi romanzi a Topolino. Insieme all’attività di illustratore fino dagli anni 80 ho cominciato a pubblicare fumetti e l’esperienza ha pian piano modellato uno stile che deriva dalla “linea chiara”. La mia “scuola di fumetto” è stata leggere tanto e disegnare tanto. Uno sguardo anche alla pittura e all’arte figurativa in generale. Fondamentali anche saggi sul fumetto, che iniziarono ad essere diffusi negli anni 70, grazie a semiologi ed esperti come Umberto Eco, Fresnault-Deruelle, Bertieri o Will Eisner“.

Q: La luna e i falò cosa ha ancora da dire o meglio da raccontare al giorno d’oggi?

A: Marino: “Una certa ruralità piena di miti e avvicinarci a uno scrittore al di là della politica (non
l’abbiamo raccontata) ma piuttosto alla sua intimità, provarci, al suo sentirsi amputato, solo“.

 

 

Da uno scrupoloso lavoro di rivisitazione ed un’attenzione particolare ai colori delle tavole, gli autori hanno realizzato un fumetto che permetterà di immergersi totalmente nell’atmosfera degli anni quaranta, vivere il grigio dell’incertezza di quel periodo storico ma anche il verde della spensieratezza che solo il posto che tu chiami casa ti può dare.

 

 

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