“L’uomo nella sua arroganza si crede un’opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente dagli animali.”
Charles Darwin
Darwin, un giovane studente un po’ ingenuo, si imbarca per un viaggio che cambierà non solo la sua vita ma l’intera scienza. Fabien Grolleau e Jérémie Royer trasformano la vera storia del padre della teoria dell’evoluzione nel graphic novel dal titolo Il giovane Darwin, edito dalla Tunué, nella collana Tipitondi.
Il giovane Darwin: il viaggio che cambiò la scienza per sempre
Siamo a Davenport, il 27 dicembre del 1831. Un giovane Darwin, studente un po’ ingenuo, fresco di studi all’università di Cambridge, ma pieno di volontà e di curiosità verso le scienze naturali, riceve una lettera di raccomandazione dal suo professore Henslow, che lo incita a raggiungere, in qualità di scienziato, l’equipaggio della HMS Beagle, capitanata dal capitano Fitzroy. L’obiettivo della spedizione è quello di completare le mappe dell’America del Sud nell’arco di due anni.
Quello che il giovane Darwin non si aspetta è che questo viaggio gli avrebbe cambiato la vita, portandolo ad attraversare i deserti, le foreste tropicali, scoprire migliaia di specie di animali diverse e portato al cospetto di uomini che vivevano ancora agli albori dell’umanità.
Un viaggio che lo avrebbe portato ad aprire gli occhi e a guardare con orrore la brutalità del mondo, a capire che esistono altre realtà distanti dalla sua, ma tangibili come non mai prima d’ora.
Dal Brasile all’Argentina, dall’Urugay, alla Patagonia, dal Cile alle Galapos, dall’Oceania all’Inghilterra, Darwin non scopre solo nuove specie di piante differenti, ma anche la crudeltà dell’uomo verso le popolazioni locali. A quell’epoca la schiavitù era considerata una cosa normale: i bianchi erano superiori alle persone di colore. Per Darwin lo schiavismo è puro orrore, una macchia sull’onore dei paesi civili.
Insieme alla crudeltà dell’uomo verso ciò che diverge il conosciuto, Darwin scopre anche la bellezza di questo mondo, la magia di culture differenti e nuove modalità di approcciarsi alla vita. Ed è proprio viaggiando che inizia a porsi delle domande.
Darwin e la teoria dell’evoluzione
Nel 1859 Darwin pubblicò il libro L’origine delle specie, nel quale spiegava la sua teoria dell’evoluzione, teoria che prese il suo nome (darwinismo). Fu proprio grazie al suo viaggio sul brigantino Beagle, che Darwin inizia a riflettere sulla grande variabilità delle forme viventi e la loro adattabilità ad ambienti così diversi. Traendo spunto dagli scritti dell’economista Thomas Malthus, Darwin si convinse che la “lotta per la vita” fosse uno dei motori principali dell’evoluzione, capendo così il ruolo selettivo dell’ambiente sulle specie viventi.
Secondo la teoria dell’evoluzione gli individui di una popolazione sono in competizione fra loro per le risorse naturali; tutti gli organismi tendono a moltiplicarsi; non tutti gli esseri viventi riescono ad adattarsi ai cambiamenti ambientali per questo vengono eliminati gli individui più deboli (Darwin chiama questa teoria selezione naturale); sopravvivono e si riproducono più facilmente gli individui che hanno raggiunto un migliore adattamento all’ambiente in cui vivono e che quindi sono favoriti nella lotta per l’esistenza; essi trasmettono i loro caratteri ai figli, evolvendosi nel tempo e dando origine a nuove specie.
La teoria dell’evoluzione ebbe grande impatto sul pensiero dell’800 e, in particolare, sulla biologia, di cui rimane ancora oggi una delle teorie unificatrici, perché permette di spiegare e di organizzare in modo logico tutte le conoscenze delle diverse discipline.
Charles Darwin e l’ambiguità del suo pensiero
Come la storia dimostra Darwin non ha mai nascosto la sua avversione contro la schiavitù. Nipote di un altro importante uomo di scienze, Erasmus Darwin (1731-1802), già noto per i suoi lavori nel campo della botanica ma soprattutto per la sua militanza antischiavista, Charles Darwin sposava con grande fermezza quella stessa posizione: era un avversario risoluto dello schiavismo, che giudicava disumano, anticristiano, semplicemente abominevole.
Allo stesso modo, nell’800, si credeva che l’uomo bianco fosse superiore alle popolazioni di colore. Si tratta della cosiddetta teoria della “gerarchia delle razze”. Una cosa però è certa: Darwin non differisce dai propri contemporanei nella convinzione che la civiltà europea sia migliore delle altre. Infatti, in Patagonia, il giovane giudica quegli uomini “sporchi, selvaggi, prossimi allo stadio animale”, non capendo il loro modo di vivere e giudicandolo “inferiore” al proprio.
La sua è dunque una relazione complicata con i popoli cosiddetti “primitivi” che incontra durante il suo viaggio. Darwin è l’umanista convinto dell’uguaglianza tra gli esseri umani e, allo stesso tempo, è anche il borghese anglosassone protestante e paternalista che desidera imporre la propria civiltà.
Gli autori
Fabien Grolleau, nato nel 1972, è scrittore e disegnatore, ma soprattutto uno sceneggiatore con all’attivo svariati progetti e serie tv.
Jérémie Royer, classe 1979, dopo il fumetto sulla vita del pittore e ornitologo Audubon, rinnova la sua collaborazione con Grolleau per questo graphic su Darwin.
Con il graphic novel Il giovane Darwin, Fabien Grolleau e Jérémie Royersi riescono a trasportare in immagini il viaggio straordinario di Charles Darwin intorno al mondo, in quei luoghi che gli hanno permesso di formulare la sua teoria dell’evoluzione. Il giovane Darwin è un’avventura magica, una lettura adatta a tutti gli spiriti curiosi e affamati di conoscenza.
Il Giovane Darwin
La storia del padre della teoria dell’evoluzione.
Una lettura adatta a tutti gli spiriti curiosi
e affamati di conoscenza.