Lorenzo Barberis
Ha suscitato grande commozione la recente scomparsa di Federico Nardo, mancato nella sua abitazione a Dolo, vicino Venezia lo scorso 29 maggio 2021, a soli 43 anni di età. Nel ricordarlo, molti hanno fatto riferimento a una definizione che ci pare congeniale per definire la rilevanza dell’autore: “virtuoso del fumetto”. Nardo, infatti, si è distinto nella sua carriera per una particolare varietà negli ambiti del suo operare artistico, con una capacità di modulare il suo stile nei più diversi ambiti del fumetto popolare che gli meritano a pieno titolo questo riconoscimento virtuosistico.
Nato a Dolo nel 1977, Nardo si era avvicinato presto al fumetto, da autodidatta, con Indolore (1998), pubblicato sotto l’etichetta Indy Press fondata da Michele Foschini nel 1997. Con Foschini come sceneggiatore realizza poi il fumetto Scienza da marciapiede: si tratta di una serie umoristica incentrata sulle avventure di due giovani fotografi, che esordisce sui numeri 3 e 4 del contenitore Indy Stories e prosegue con gli albi Ho imparato a dire Per Sempre e Pizza Sconnection (2001).
Dopo gli esordi, il percorso professionale di Nardo incrocia a questo punto quello che è uno dei fumetti più rilevanti nella transizione del fumetto italiano in questo passaggio tra anni ’90 e 2000: Monster Allergy.
Come ricostruito bene da Andrea Tosti nella prefazione alla prima raccolta della serie da parte di Tunué, il punto di inizio di tale transizione può essere posto con PKNA – Paperinik New Adventure, testata del 1996 che rinverdiva i fasti dello storico personaggio della Disney Italia, creato nel 1969 da Elisa Penna, Guido Martina e Giovan Battista Carpi. Su tale testata si trovano ad operare, dal 1998, Francesco Artibani e Alessandro Barbucci, che in seguito creeranno appunto Monster Allergy. Barbucci, assieme a Barbara Canepa, realizzò poi W.I.T.C.H. (2001), in cui appaiono già alcuni dei temi che saranno poi propri di Monster Allergy: l’elemento magico-fantastico al posto di quello supereroico-fantascientifico di PK, e l’introduzione nello stile disneyano di forti stilemi ripresi dal manga, abbandonando invece gli animali antropomorfi disneyiani. W.I.T.C.H era orientato a un pubblico femminile, ma si dimostrò in grado di interessare a un pubblico più vasto.
Monster Allergy (2003) nacque quindi, per alcuni versi, come completamento di questo percorso, di cui rappresenta così il momento più maturo. Gli autori erano Artibani, Barbucci, Canepa, cui si aggiungeva Katja Centomo ai testi, tramite la società Red Whale creata per sviluppare la serie, poi distribuita da Disney sotto l’etichetta Buena Vista Comics, con una conseguente ancor maggiore libertà editoriale. Come indica il titolo, il giovane protagonista Zick è dotato di una “allergia ai mostri” che gli permette di identificarli, mentre per la gente comune essi ovviamente non esistono. Ve ne sono di buoni e adorabili ma anche, ovviamente, di estremamente pericolosi. Elena, la protagonista femminile, che si è da poco trasferita vicino a lui, non ha poteri particolari, ma un incredibile spirito d’intraprendenza unito a una intelligenza strategica non comune: e la sua collaborazione si rivela fondamentale per Zick. La serie, rivolta a un pubblico di preadolescenti – i due ragazzini protagonisti, verso cui il giovane lettore viene portato a identificarsi, sono in quinta elementare – riprende il mélange disney-manga di W.I.T.C.H. (negli stessi anni, portato nel 2004 anche nella fantascienza di Kylion).
Federico Nardo inizia a collaborare alla serie con il numero 9, Il ritorno di Zob, nel 2004, su soggetto di Centomo e sceneggiatura di Artibani. La supervisione dei disegni è sempre di Barbucci, per garantire la forte omogeneità stilistica richiesta dalla serie. Si tratta di una puntata cruciale, in cui si scopre – con un classico colpo di scena della fiction popolare – che il padre, ritenuto morto dal giovane protagonista Zick, non è davvero scomparso, ma solo vittima di una bizzarra maledizione. In parallelo, le vicende della protagonista femminile Elena, secondo un “entrelacement” tipico della serie, la vedono intenta alla realizzazione di uno spettacolo scolastico di fine anno alternativo a quello noioso voluto dalla maestra, ispirata al suo supereroe preferito, “Ghosto”: tema tramite il quale vengono messe in scena numerose citazioni marvelliane: Magneto, Spider Man 2099, Robin di Batman, Thor, Punisher.
Come riconosciuto anche dagli autori della serie nella loro prefazione a Domulacrum, Nardo si trova poi a disegnare numerosi tra gli episodi cruciali e meglio riusciti della serie: La maschera di fuoco, al numero 13, sceneggiata dal compianto Lorenzo Bartoli (su supervisione di Artibani), che in continuity con l’episodio 9 va a spiegare come la maledizione ha preso forma, ricostruendo anche la storia – fino allora, non narrata – dei genitori di Zick, parte importante del suo passato. Come al solito, pur nei paletti fissati da un rispetto di stilemi disneyani ancor più stringenti del comune fumetto Disney Italia, Nardo ha modo di dimostrare la sua bravura nei due aspetti fondanti della serie: da un lato, la rappresentazione di creature fantastiche, di scene d’azione magica avvincenti e credibili, ma dall’altro anche lo studio delle emozioni e dei sentimenti turbinosi dei protagonisti adolescenti e dei personaggi che li circondano.
L’episodio 16, scritto da Artibani, Tempesta all’orizzonte, segna una nuova svolta narrativa (certo, tra le molte con cui la serie è tenuta vitale), con Elena che ottiene finalmente un qualche potere, diventando finalmente appieno parte del mondo sotterraneo di mostri a cui ormai è legata. Questo apre a una serie di storie in una nuova ambientazione, legato al “training” di Elena – e Zick – con un arco che si chiude all’episodio 19, La grande evasione, di nuovo disegnato da Nardo, su testi di Giovanni Di Gregorio. Infine, Il circo di Sinistro, il numero 24 (2005), su testi di Artibani, è una delle storie forse più disturbanti presentate sulla serie (che, pur rivolta a un pubblico preadolescente, non lesina un certo realismo e una certa autenticità dell’orrore messo in scena), con il personaggio del “domatore di mostri” ribelle che li sfrutta per farli combattere tra loro nei suoi spettacoli. L’estetica weird unita a un tema sottilmente piuttosto maturo – nel mondo dei mostri, Sinistro è una sorta di schiavista – lo rendono un episodio particolarmente interessante, tra i molti validi della serie.
Ma Monster Allergy andava ormai verso la conclusione, che arrivò a febbraio 2006. Nardo continuò però la sua collaborazione con Red Whale, collaborando a serie come Lys e Angel’s Friends.
Lys, serie fumettistica (2006-2008) ideata da Katja Centomo, venne pubblicata in Italia dalle Edizioni Tridimensional su licenza Rainbow, in Francia da Soleil Productions. La serie era ambientata in un vicino futuro, con al centro Lys, una quindicenne con un particolare rapporto con la natura, in storie dal preminente messaggio ecologico (che oggi sarebbe ancora attualissimo). Angel’s Friends (2007) è invece creata da Simona Ferri, e presenta sempre un tema magico: ma a differenza della magia tradizionale delle streghette e del tema mostruoso di Monster Allergy, si tratta qui di uno scontro tra angeli e demoni. Nel 2009, divenne anche una serie animata (interessante notare, con un target diverso, una tematica e un disegno non lontanissimi da quelli che faranno la fortuna di “Sacro e profano” di Mirka Andolfo, pur nelle rispettive differenze a partire dalla scelta di pubblici e registri diversi).
Da quell’esperienza parte, in certa misura, anche la collaborazione con Francesco Artibani come sceneggiatore a una prestigiosa esperienza d’oltreoceano, con la realizzazione di Young Doctor Strange per Marvel Italia, nel 2010.
Oltre che per gli Stati Uniti, Nardo inizia a lavorare per il mercato francese. Nel 2012, per Glénat, su sceneggiatura di Makyo, Nardo ha realizzato l’adattamento fumettistico di un romanzo di Marek Halter, Le Vent des Khazars, opera che va a indagare questa misconosciuta civiltà, erede di una particolare tradizione ebraica. Nel 2015 segue l’adattamento di un romanzo storico di Michel Folco, Un loup est un loup, ambientato nella Francia del 1763. Seguono quindi Lepanto (2017) dedicato alla celebre battaglia navale, con Jean-Yves Delitte, e Macao (2018) di Willy Duraffour e Philippe Thirault, sempre per Glénat.
Federico Nardo iniziò inoltre a collaborare nel 2009 con una nuova casa editrice italiana, ReNoir Comics, da poco nata nel 2006. Il primo passo fu la pubblicazione del fantasy umoristico Nando & Caruso – Cacciatori di draghi, che lo vedeva autore completo. Il suo lavoro si legò anche a quello che è uno dei prodotti di punta di ReNoir, e il più vasto ciclo di adattamenti letterari a fumetti italiani, in questi anni in cui, col trionfo del fumetto da libreria, questa contaminazione tra fumetto e romanzo ha preso piede. ReNoir infatti, sotto l’egida accorta dello sceneggiatore Davide Barzi, ha iniziato una trasposizione integrale dell’opera di Giovannino Guareschi, Mondo piccolo: ovvero le note vicende di Peppone e Don Camillo, rese celebri da film di qualità e di successo ma piuttosto infedeli. Il fumetto di Don Camillo, avviato nel 2011 e tuttora in corso, ha dato quindi vita a un adattamento preciso, puntuale, fedelissimo all’originale, molto apprezzato dalla vasta e carsica comunità dei guareschiani. Anche in questo progetto, in modo forse lievemente meno stringente che in Monster Allergy, si nota l’importanza di un segno dei vari disegnatori fortemente coeso in un certo tipo di realismo minuzioso, particolarmente attento ai dettagli e a una specifica riconoscibilità dei protagonisti (fedeli all’originale e non influenzati dall’immaginario filmico, per una precisa scelta).
L’abilità di Nardo, ormai ampiamente dimostrata su Monster Allergy, risultava preziosa anche in questo nuovo progetto: e non solo l’autore realizzò diversi episodi della serie, ma gli vennero anche affidati diversi episodi di due “spin off” della serie, legati non più strettamente ai due protagonisti ma più in generale al mondo guareschiano. Da un lato, i Racconti del Mondo Piccolo – storie di quell’universo narrativo, ma slegate da Don Camillo – dall’altra il Corrierino delle famiglie, con le vicissitudini della famiglia Guareschi. Storie aggiunte in appendice ai volumi del Don Camillo a fumetti, per sfruttare meglio il ricco materiale guareschiano presente. ReNoir stessa, ricordando Nardo, ha ricordato giustamente il “segno guizzante” e l’abilità nella recitazione dei personaggi, che è qui il punto centrale delle vicende narrate.
Intanto, nel 2016, la ripubblicazione integrale di Monster Allergy da parte di Tunué ha dato alla serie, meritoriamente, una nuova vita editoriale sul mercato da libreria. I due corposi volumi si conclusero con una nuova storia, la trentesima, aggiunta alla conclusione dell’albo da edicola al numero 29, dieci anni prima. Non però una ripresa tout court delle avventure: si immagina piuttosto che i due protagonisti, Zick ed Elena, siano cresciuti (dello stesso tempo trascorso nella realtà, in pratica: agganciando così magari i vecchi lettori oltre a potenziali nuovi). Le avventure riprendono quindi con temi leggermente più adulti: non nella componente orrorifica, ma in un certo romance prima giocoforza assente (sebbene lasciato ipotizzare come possibile sviluppo futuro).
Il primo albo della nuova stagione editoriale dei personaggi, Monster Allergy Evolution, venne disegnato proprio da Federico Nardo: pubblicato nel novembre 2016 col titolo Domulacrum, avvia una nuova continuità della serie, tuttora in corso. La scelta di Nardo come disegnatore della nuova stagione ne sottolinea l’importanza anche per la testata storica, come ribadito nell’introduzione degli autori.
Indirettamente, all’esperienza di Monster Allergy si ricollega anche il coinvolgimento di Nardo in un progetto bonelliano indubbiamente coraggioso e interessante, al di là del mancato successo. La Bonelli infatti avvia, sul finire del 2017, una serie di esperimenti volti a catturare un pubblico più giovane: Dragonero Adventures, versione young della sua testata fantasy lanciata nel 2013; Four Hoods, con un segno ancora più semplificato, i Bonelli Kids, rivolti a un pubblico infantile e, appunto, Creepy Past.
Rivolto a un pubblico young adult, il fumetto aveva trame con elementi orrorifici, come si evince fin dal calembour del titolo che fa riferimento al creepypasta, termine che indica una leggenda orrorifica internettiana, e a un “passato inquietante”, secondo la traduzione letterale. Sotto il profilo del segno tale fumetto guardava appunto a quella sintesi del “nuovo disneyano”, con l’inserto di elementi assorbiti dal manga, di cui Nardo era stato uno dei protagonisti su Monster Allergy.
Dopo il primo numero dei creatori Enna-Di Gregorio disegnato da Rigano, Nardo illustra il numero 2, Falene, su tesi di Di Gregorio, e realizza anche la storia Le voci dentro, su sceneggiatura invece di Bruno Enna, per il Dylan Dog Color Fest 26, che crea tre piccoli crossover tra l’universo dylaniato e quello del nuovo fumetto, che è evidentemente pensato come versione giovane dell’ammiraglia dell’horror bonelliano.
Questa ricognizione, che magari risulterà in qualche punto incompleta data la vastità dell’operato nardiano, ci pare quindi comunque già in sé sufficiente a dimostrare l’ampiezza e varietà del suo lavoro fumettistico. Federico Nardo è stato presente nel fumetto americano, in quello franco-belga, oltre ovviamente che in quello italiano, dove partendo dal fumetto indipendente si è legato a esperienze importanti come il recente ciclo del Don Camillo di ReNoir e ovviamente, soprattutto, la rivoluzione di Monster Allergy, di cui abbiamo trattato, dove ha contribuito con altri a consolidare quel rinnovamento del segno Disney Italia con l’inserto ragionato e ben amalgamato di elementi nipponici.
Per tale ragione, crediamo si sia dimostrato il fondamento di quella definizione di “virtuoso del fumetto” di Nardo da cui eravamo partiti: un artigiano-artista, un “artiere” se vogliamo riprendere una felice definizione carducciana (criticamente ripresa spesso per vari tipi di arti applicate da Enzo Biffi Gentili). Il mondo del fumetto perde, troppo presto, uno dei suoi validi interpreti: ma se pensiamo con melanconia alle meravigliose storie che ci avrebbe ancora potuto regalare, ci resta la sua vasta produzione di mondi di sogno, una scintillante eredità con cui in parte consolarci.