Il libro portato in Italia dalla Tunué si aggiudica l’ “Oscar del fumetto” nella categoria Miglior graphic novel per adolescenti.
Nella serata di venerdì 23 luglio si è tenuta l’assegnazione degli Eisner Awards 2021, uno dei premi più prestigiosi nell’ambito del fumetto, l’equivalente degli Oscar per il cinema. Dragon Hoops di Gene Luen Yang, portato in Italia dalla casa editrice Tunué, ha vinto come Miglior graphic novel per adolescenti. Il libro era in nomination in ben tre categorie e il suo autore con Superman smashes the clan ha vinto anche nelle categorie Miglior fumetto per ragazzi e Miglior adattamento da un altro medium a conferma del suo straordinario valore.
Gene Luen Yang è l’ambasciatore nazionale per la letteratura giovanile negli Stati Uniti, finalista al National Book Award, vincitore del premio Printz e, ora, di tre Eisner Awards. Dragon Hoops è un successo negli Stati Uniti con più di 300.000 copie vendute e già miglior libro dell’anno agli Harvey Awards 2020. Il graphic novel è stato accolto dai lettori e dalla critica italiana con un ottimo riscontro. La Tunué, dopo questo indiscusso gioiello, porterà in Italia anche altre opere di Gene Luen Yang che ha così commentato la vittoria:
Sono grato al Comitato Eisner Award, a tutti quelli che hanno votato e a tutti quelli che hanno letto il libro! Congratulazioni a tutti gli altri vincitori e nominati! Ho sognato di far parte di questo settore fin da bambino. L’undicenne che è in me è quasi sempre fuori di testa. Per Dragon Hoops ci sono voluti cinque anni per fare ricerche, scrivere e disegnare. Non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e il duro lavoro di tante, tante persone. Voglio ringraziare Dio per le benedizioni e le prove. E grazie al coach Lou Richie e alla sua squadra per aver condiviso la loro storia. Quella stagione è stata pura epicità. Non riesco a credere di averne fatto parte! Grazie a mia moglie Theresa che a malincuore ma generosamente mi ha permesso di metterla nel libro. Sia come personaggio di un cartone animato che nella vita reale, lei è la mia roccia.
Grazie alla mia fantastica agente Judy Hansen. Grazie al mio caro amico Lark Pien. Colorare tutte quelle uniformi, folle e scarpe da ginnastica non era un compito da poco. Ha gestito tutto così, così bene.
Grazie alla mia assistente d’arte Rianne Meyers. Senza di lei, chissà quante scadenze avrei perso? (ne ho mancate due prima che un editore mi suggerisse di mettermi in contatto con lei.). Grazie al mio geniale editore Mark Siegel e a tutto il team di First Second Books
ll graphic novel racconta in modo avvincente le speranze dell’autore e della squadra di basket al liceo di Oakland, dove Gene Luen Yang ha insegnato per 17 anni e, nello stesso tempo, la storia della pallacanestro. Eppure, Dragon Hoops non è solo un graphic novel sullo sport, è una prodezza impressionante di giornalismo illustrato che riesce a catturare anche chi non ha alcun interesse per il basket. L’autore esalta la versatilità del fumetto con uno stile accessibile e dinamico, fonde la sua storia personale con quella del suo Paese, con uno stile coinvolgente riesce ad affrontare le discriminazioni sociali e culturali, a fare della storia di una piccola epopea sportiva un racconto di valore universale. È un inno al coraggio e alla determinazione contro il razzismo e ogni discriminazione. Un vero e proprio capolavoro che l’Oscar del fumetto ha confermato.
APPROFONDIMENTI E CONTENUTI EXTRA
- Nel 2016 a Gene Luen Yang viene conferito il National Ambassador for Young People’s Literature, un’onorificenza letteraria presentata ogni due anni dalla Library of Congress a un autore o a un illustratore cittadino americano che ha dato un contributo sostanziale alla letteratura giovanile.
Scopri di più leggendo Gene Luen Yang: ambasciatore della letteratura per ragazzi - Vedi la pagina dedicata Gene Luen Yang sul sito Tunué.com.
- Scopri di più sul sito web dell’autore.
Dragon Hoops
«Dragon Hoops racconta in modo avvincente le speranze dell’autore e della squadra di basket del liceo di Oakland,
unite alla storia della pallacanestro», Washington Post