Come e perché leggere il fumetto a scuola: Gud intervista Sonia Basilico

Sonia Basilico: lettrice per bambini e cantastorie, appassionata di letteratura per l’infanzia. Si occupa di percorsi laboratoriali per bambini, costruzione del libro, formazione per adulti nel campo dell’orientamento bibliografico e dell’utilizzo dei testi nelle attività scolastiche, tecniche di lettura ad alta voce, analisi e lettura delle illustrazioni e dei generi letterari per l’infanzia e di educazione alla poesia per bambini.

Ciao Sonia, da lettrice, formatrice e cantastorie, in che modo ti sei avvicinata ai fumetti?

Sono una lettrice “stagionata”, cresciuta al tempo del Corrierino dei Piccoli, del Corriere dei Ragazzi, divenuta poi appassionata spettatrice di quella fantastica esperienza televisiva che fu Gulp! Fumetti in tv negli anni ‘70. Asterix, Valentina, Mela Verde, Linus, Mini Vip e Super Vip, Nick Carter, Sturmtruppen, i Mumin, Mafalda, Topolino sono stati i miei fumetti da bambina. La distribuzione in edicola era un appuntamento atteso, il fumetto era un linguaggio poco frequentato dagli educatori e perciò un buon compagno esclusivo per noi bambini, diventando poi una scoperta negli anni della crescita, fra le cui pagine si trovavano argomenti e sperimentazioni che il mondo adulto avrebbe messo all’indice, ma che per una giovane vita alla ricerca di nuovi orizzonti era materiale prezioso. Più tardi fui un’assidua lettrice di Cuore, rivista politico-satirica a fumetti in cui si trovavano strips di Disegni&Caviglia, Altan, Roberto Grassilli e altri. Molti anni dopo, quando iniziai a portare le storie ai bambini e agli insegnanti, il fumetto era entrato in libreria con le graphic novel, i supereroi, i manga, le proposte si erano moltiplicate. Fra le molte scoperte, rimasi folgorata dal tuo Gaia Blues, caro Gud, dalla potenzialità del fumetto senza parole, che sapeva raccontare storie in maniera sequenziale, e poteva farlo anche senza l’ausilio di un testo, dove il disegno era scrittura a tutti gli effetti e fra le cui pagine si sentiva la musica e il fluire del tempo e dello spazio scanditi dalle suddivisioni delle tavole. I ragazzi a cui lo proponevo leggevano e interpretavano gli spazi bianchi, ricostruendone il senso, ciascuno a modo proprio, lettori che diventavano in qualche modo coautori della storia.

Nelle scuole incontrai molti bambini amanti del fumetto, interessati a parlarne, ma nelle biblioteche scolastiche trovavo albi illustrati e narrativa, poesia e divulgazione e pochissimi fumetti, e soprattutto poca conoscenza da parte degli insegnanti, così quando nel 2012 la biblioteca di Riccione mi chiamò ad organizzare un’attività per le scuole, in collaborazione con l’associazione culturale Ottomani di Modena, lavorammo con due classi di quinta primaria alla realizzazione di un corto animato in stop motion ispirato a Fiato Sospeso di Silvia Vecchini e Sualzo edito da Tunué, e fu per noi l’occasione di parlare con le insegnanti e i ragazzi di arte sequenziale.
Ne scaturì un corto che fu selezionato al Sottidiciotto Film Festival di Torino.

Il mio lavoro consiste nel creare l’incontro tra le storie e i lettori e negli anni ho sempre incoraggiando gli adulti ad offrire scelte ampie, valorizzando anche i linguaggi contemporanei, permettendo a ciascun ragazzo di ritrovarsi fra le narrazioni nei più diversi modi, non sempre e solo attraverso le pagine, ma anche nel cinema, negli audiolibri, nei fumetti, appunto. Molte resistenze e pregiudizi degli adulti sono spesso solo una difesa dalla non conoscenza, e quando si porgono i fumetti accompagnandoli da elementi di decodifica strutturale, gli insegnanti dimostrano grandi aperture di credito.

Riguardo al rapporto tra il fumetto e l’infanzia, la mia sensazione è che, dopo un periodo abbastanza buio, dove anche le case editrici erano molto distratte dai graphic novel per adulti, ci sia stato un riavvicinamento.
Tante collane e iniziative varie hanno portato l’interesse per il fumetto anche nei festival dedicati all’infanzia, nelle biblioteche, nelle librerie e, finalmente, nelle scuole. L’arrivo dei fumetti anche dove non erano più abituati a esserci, cosa ne pensi?

L’editoria è un’azienda commerciale e va incontro al mercato, in Italia si legge poco, ma è il segmento dei ragazzi quello che da anni traina il mercato e per l’editoria è un target di sicuro interesse. Oggi il fumetto è l’unico segmento editoriale in crescita, un mercato in forte espansione che sta portando a noi tante bellissime proposte, nuove collane, edizioni curate anche per bambini e ragazzi e una maggiore attenzione da parte della scuola. Dal 2013 il principale premio italiano per la letteratura per bambini e ragazzi, il Premio Andersen, ha istituito una sezione dedicata al fumetto, nello stesso anno l’ALIR, l’associazione delle librerie indipendenti, ha creato il Premio Orbil Balloon, sempre riservato al mondo giovanile, riconoscimenti tardivi ma importanti.

In Italia si svolge da anni Lucca Comics & Games, il più grande festival del fumetto del mondo occidentale, a Bologna BilBolBul a cura di Hamelin Associazione Culturale crea ogni anno incontri internazionali, approfondimenti, mostre e laboratori legati al mondo del fumetto, entrambi hanno sezioni dedicate ai ragazzi, dal 2020 Alir organizza Kids Comics, un festival diffuso di fumetto per bambini. Il progetto di promozione della lettura nelle scuole Xanadu, sempre curato da Hamelin, sottopone al giudizio delle classi un numero di testi selezionati da esperti, e qui da anni i fumetti sono ben rappresentati, Scelte di Classe, altro progetto di diffusione della lettura nelle scuole, ha mostrato negli ultimi anni qualche timida comparsa di comics, mosche bianche. Lo stesso non si può dire delle selezioni dei tanti premi dedicati alla letteratura per ragazzi, dove per anni le giurie di adulti esperti che selezionano i testi non hanno inserito fumetti fra i candidati da sottoporre al giudizio dei lettori, per cui abbiamo trovato sempre e solo romanzi fra i premiati, e questo la dice lunga. Quest’anno il nuovo premio dei gruppi di lettura La storia più importante ha un fumetto in selezione, una speranza. Abbiamo visto graphic novel candidate al Premio Strega, ma non ancora nella sezione per ragazzi, l’interesse cresce di anno in anno e ci si arriverà.

Nel frattempo librerie e biblioteche stanno aumentando la presenza a scaffale di fumetti, la scuola ha bisogno dei suoi tempi, ma anche lei ci sta arrivando. Da sempre il fumetto è stato poco osservato dal mondo educativo, poco condizionato quindi dalla necessità di offrire contenuti valoriali e tematici. Uno dei motivi del suo successo presso i ragazzi è proprio la percezione non scolastica che restituisce, e la possibilità di incontrarvi storie e linguaggio liberi da tabù in cui il dato formale ed estetico prevalga sulla preponderanza della trama. Il timore è che l’interesse crescente da parte degli insegnanti possa condizionare in futuro l’editoria, spostandosi verso contenuti pedagogici e tematici, limitando la libera sperimentazione. Quello che occorre è scardinare lo strapotere che in questo momento ha la trama sulla fruizione della narrazione: non è solo nella bella storia il valore della narrazione, anzi, lo è in minima parte. Utile sarebbe aumentare l’offerta formativa degli insegnanti, ma anche dei librai e dei bibliotecari che non sempre sono in grado di consigliare fumetti al proprio utente. Aumentare la conoscenza grammaticale del linguaggio favorirebbe il superamento dei pregiudizi, spesso legati ad una scarsa confidenza, per favorire un dialogo generazionale importante basato su scelte consapevoli e una maggiore varietà nelle proposte.

Secondo te il fumetto, sia come lettura che come studio del linguaggio, potrebbe essere inserito nei percorsi di formazione della scuola primaria e secondaria? In che modo?

La comunicazione nella società odierna è prevalentemente visuale, eppure a scuola le storie sono veicolate quasi esclusivamente attraverso la letteratura. Gli altri linguaggi contemporanei, musica, illustrazione, cinema, fumetto, videogioco, sono proposti solo occasionalmente, ricercando al loro interno il contenuto, mentre in un buon fumetto ciò che conta non è quasi mai una bella storia o lo è in minima misura, il valore sta in come quella trama si racconta come dato formale ed estetico. Gli insegnanti sono oggi maggiormente disposti a leggere e conoscere i fumetti e ad inserirli nei percorsi di lettura per i propri studenti, ma è anche vero che chi non è avvezzo a questo medium tende a scegliere argomenti in cui sia più semplice sentirsi a proprio agio: trasposizioni illustrate dei romanzi, biografie di artisti, reportage giornalistici, storia, mitologia, temi verso i quali ci sentiamo più confidenti. Ogni linguaggio ha le sue specificità che vanno conosciute per poter scegliere in maniera consapevole, il fumetto è un linguaggio molto forte della nostra contemporaneità, si è fermato di recente nell’immaginario collettivo, quindi non siamo ancora molto addentro nel decodificarlo. L’invito è quello di prediligere storie originali che non avrebbero potuto essere narrate in altro modo se non attraverso questo specifico linguaggio, e studiarne proprio le potenzialità espressive.

Nel frattempo i ragazzi hanno sempre letto fumetti e oggi seguono anche Zerocalcare, Labadessa, Sio, Fumettibrutti sui canali social, ne apprezzano il pensiero e poi leggono i loro comics, trovare proposte a fumetti nelle liste di consigli di lettura stilate dalle loro insegnanti sarebbe sicuramente una piacevole sorpresa. Una recente esperienza professionale legata al fumetto mi ha vista impegnata in una formazione richiesta alla biblioteca di Meda da un gruppo di insegnanti di liceo, i quali desideravano comprendere i meccanismi di un linguaggio tanto amato dai propri studenti. Le bibliotecarie mi hanno chiesto una formazione a cui hanno partecipato anche gli studenti, dove è nato un dialogo e uno scambio sorprendente fra i ragazzi e i loro prof. Ecco, questo significa partire con il piede giusto, andare incontro a scelte ampie e strutturate. Un insegnante che ha studiato la grammatica del fumetto potrebbe poi farne materia di educazione letteraria e artistica, multimediale e anche civica, attraverso una multidisciplinarietà a cui la materia visuale ben si presta, creando così un dialogo inter generazionale con gli studenti ed un collegamento fra le varie discipline scolastiche.

Un altro elemento interessante per la scuola potrebbe essere un lavoro tecnico sul disegno fumettistico. Franco Lorenzoni, maestro elementare, ci porta sempre a riflettere sul fatto che, mentre nella scuola dell’infanzia il disegno è un linguaggio in cui i bambini sperimentano quotidianamente infinite potenzialità creative, a partire dalla scuola primaria non si disegna più, si perde l’allenamento e l’autostima verso la propria abilità di disegnare, e il disegno viene proposto solamente come momento di stacco dalle attività concettuali, svuotandolo di fatto del suo ruolo espressivo. La scuola insegna il disegno tecnico oppure il valore artistico dell’arte classica, cosa molto diversa rispetto al segno grafico utilizzato nel fumetto che non deve esprimere la perfezione formale, ma rendere l’immediatezza del tratto, una semplificazione che non si soffermi sui dettagli non essenziali, ma che renda la miglior sintesi possibile per veicolare la narrazione che sta raffigurando. Nei laboratori di fumetto è possibile conoscere e mettere in pratica una grammatica interessante. Sperimentare e allenare la pratica del disegno alla scuola primaria e secondaria potrebbe restituire ai ragazzi fiducia nelle abilità di narrare attraverso una sequenza di immagini.

Concludiamo con tre titoli a fumetti per la scuola?

Partendo dai più piccoli, direi PICCOLO VAMPIRO edito da Logos, in cui Joann Sfar fa un uso straordinario del tratto, del colore, poi senz’altro E LA CHIAMANO ESTATE delle cugine Tamaki per Bao, dove tutte le potenzialità del linguaggio sono sfruttate al massimo, spazio bianco, rapporto fra testo e immagine, composizione delle tavole, colore, tutto, ed è questa una storia che non potrebbe essere stata narrata in altro modo se non così. Il terzo è DOVE NON SEI TU nella collana Warp di Coconino di Lorenzo Ghetti, autore di web comics, che esplora nuove possibilità e frontiere espressive per la narrazione a fumetti, una riflessione sulla tecnologia e il suo ruolo nelle relazioni umane.

Mai contenta, aggiungo due titoli per ragazzi più grandi: quello che mi ha fulminata, SU UN RAGGIO DI SOLE di Tille Walden per Bao, meravigliosa opera poderosa fantascientifica, un prodigio di tecnica e colore, un inno all’amicizia come non se ne trovano spesso. Recente e interessante LA MIA ULTIMA ESTATE CON CASS di Tunué. Passione per il disegno, arte, questo è uno dei temi del libro, ed è importante che sia un fumetto a raccontarcelo, l’amicizia come condivisione di una passione, ma anche come incoraggiamento reciproco. L’autore, Mark Crilley, ha un canale YouTube molto seguito, dove propone lezioni di disegno:

https://www.youtube.com/watch?v=6JF0Y2Thbsw&ab_channel=markcrilley

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