«Il colore non è solo una sensazione né un mero attributo delle cose. Il colore è spesso un’idea o un’aspettativa». Riccardo Falcinelli (in Cromorama) ha espresso nel modo più chiaro possibile una verità che possiamo sperimentare ogni giorno nel nostro quotidiano: sappiamo che la percezione dei colori dipende dal modo in cui gli oggetti riflettono la luce e dalle caratteristiche del nostro sistema visivo, eppure al colore tendiamo a dare un significato, che più di tutto rispecchia il nostro vissuto, la cultura cui apparteniamo e la società in cui viviamo.
Nella trilogia di graphic novel Le Elle, scritta da Kid Toussaint e disegnata da Aveline Stokart, i colori sono uno strumento narrativo che racconta una storia di formazione tanto peculiare quanto universale: quella di un’adolescente costretta a fare i conti con il tumulto di emozioni che le sconvolgono la vita.
L’adolescenza, un miscuglio di emozioni
Che l’adolescenza sia un periodo di trasformazione e cambiamento per niente semplice è un dato di fatto. La scienza ci spiega anche perché: «Quando si diventa adolescenti il cervello diventa più sofisticato, e questo comporta una serie di emozioni legate alla consapevolezza di sé. Prima dei 13 anni, si è più concreti nel modo di pensare e non si riesce sempre a vedere le cose da un’altra prospettiva. Verso i 13-14 anni, il risultato dello sviluppo del cervello è proprio la capacità di vedersi dall’esterno e di immaginare scenari diversi».
Sono parole della psicologa Lisa Damour, che ha prestato la sua consulenza professionale nella lavorazione di Inside Out 2, il film d’animazione diretto da Kelsey Mann e prodotto dallo Studio Pixar, che racconta cosa accade nella testa di una ragazzina entrata nella pubertà quando le emozioni che l’hanno sempre guidata e protetta – Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura – vedono il loro quartier generale invaso da nuove presenze decise a prendere il controllo: Invidia, Noia, Imbarazzo e, soprattutto, Ansia.
In questo film, come nel precedente Inside Out diretto da Pete Docter e Ronnie del Carmen, si insiste su come tutte le emozioni meritino di essere accolte, perché accettare ogni parte di sé, soprattutto in un momento delicato come l’adolescenza, è essenziale per costruire le basi di una vita adulta libera e il più possibile felice.
Anche nel mondo di Inside Out il colore è uno strumento narrativo potente: a ogni emozione viene associato un colore, e l’armonia e distonia tra le varie sfumature è quello che dà forma alla personalità. Nella trilogia Le Elle si fa un passettino in avanti: il colore serve a indicare un vero e proprio cambio di personalità.
Il linguaggio dei colori
Nei graphic novel, Elle è una ragazzina che si è appena trasferita in una nuova città e in una nuova scuola. Ha voglia di ambientarsi e di fare amicizia, ma ha anche un grosso problema: tende a cambiare il suo modo di fare molto in fretta e molto di frequente, come se in lei convivessero tante Elle diverse. E ogni Elle viene visualizzata con un colore di capelli diverso.
L’associazione tra colori e personalità è stata al centro di diversi studi scientifici. Tra questi il più noto è quello di Max Lüscher, psicoterapeuta e sociologo svizzero che elaborò nel 1947 un “test dei colori”, ancora oggi utilizzato in psicoterapia, finalizzato a portare alla luce la personalità ma anche lo stato psicologico di chi lo compila, in base alle preferenze cromatiche che mostra.
L’eco del lavoro di Lüscher è ormai rintracciabile in qualsiasi pagina online che si propone di spiegare, con superficialità o con cognizione di causa, il significato psicologico dei colori, e in questo senso si può dire che sia diventato parte dei luoghi comuni associati alla simbologia dei colori, oltre che parte di alcuni test di selezione nei colloqui di lavoro.
La fonte d’ispirazione per Le Elle sembra sia stata un’altra: Toussaint ha raccontato di aver pensato alle canzoni Léa dei Louise Attaque e She’s a Rainbow dei Rolling Stones mentre lavorava alla creazione di un personaggo femmile con varie personalità, che cambiava atteggiamento in maniera repentina mettendo in imbarazzo tutti, in primo luogo sé stessa.
Una per tutte, tutte per una
Così le Elle sono diventate sei, ognuna con un colore distintivo e un nome. Ognuna per molti versi amabile, per altri detestabile. Ognuna con qualcosa di importante da dire e da fare.
Rosie è gentile e simpatica, estroversa ma rispettosa, dice sempre la cosa giusta al momento giusto. È ben disposta verso gli altri ma non sembra dipendere dal giudizio altrui. Si mostra pronta a dare una mano, e sembra non avere alcun problema al mondo. In pratica, è la ragazza modello, l’amica perfetta, la fidanzatina dei sogni. I suoi capelli sono rosa, un colore che, in quanto sfumatura più chiara del rosso, conserva la vitalità propria di questo colore ma ne neutralizza l’aggressività.
Verde è riflessiva e razionale, protettiva e saggia. Parla poco, quasi per niente. Mostra una grande freddezza quando avverte un pericolo da cui è meglio tenersi alla larga, ed è brava a mettere le distanze tra sé stessa e il resto del mondo quando sente che le emozioni stanno creando scompiglio e prendendo il sopravvento. Il suo caschetto è verde, colore che in opposizione al rosso suggerisce la difesa, la sicurezza e la stabilità.
Blondie è aggressiva, combattiva, competitiva e presuntuosa. Punta dritto al suo obiettivo, e se per raggiungerlo deve calpestare gli altri poco importa. Se riesce sempre ad andare dritta per la sua strada e a non vacillare mai è perché presta attenzione solo a quello in cui sceglie di credere, lasciando fuori tutto il resto, soprattutto i dubbi e le esitazioni. I suoi capelli sono di colore giallo, tinta che tradizionalmente è associata al sole e all’oro, all’energia ma anche al desiderio di prevalere sugli altri.
Bruna è introversa, timida, sensibile, emotiva. Si lascia spesso sopraffare dall’insicurezza, e anche quando desidera una cosa non sa come prendersela. Teme molto il giudizio degli altri e si trova molto a suo agio sui social, dove il confronto con gli altri è mediato e indiretto. Coltiva una ricchissima vita interiore, ha una grande immaginazione e trascorre molto tempo a leggere e ascoltare musica. La sua chioma è marrone, in cui il rosso e il giallo si mischiano al blu, che spegne la brillantezza degli altri due. Colore della terra nel riposo invernale, il marrone suggerisce una ricchezza interiore ma anche una mancanza di slancio.
Violetta è spensierata, estroversa, scherzosa e audace. Ama ridere e far ridere, anche nei momenti in cui sarebbe meglio mostrare un po’ di serietà. Proprio perché non ha ritegno, ha una grande creatività e disegna molto bene. È l’anima della festa ed è la persona adatta a rompere il ghiaccio. I suoi capelli sono di colore viola, che nasce dall’unione degli opposti rosso e blu e per questo simboleggia la volontà di andare oltre gli schemi e i propri limiti e verso ciò che non si conosce.
Blu è bugiarda, disonesta e manipolatrice. Le piace stare al centro dell’attenzione, frequentare la gente giusta. È molto brava a crearsi un’immagine cool e rassicurante, ma in realtà è finta e inaffidabile. Ha l’intelligenza di capire, in ogni situazione, che cosa sia meglio per lei e la spregiudicatezza di agire in questa direzione. I suoi capelli sono blu, colore generalmente associato a nobiltà, fedeltà e spiritualità ma, attraverso la parola inglese blue, viene ricondotto alla tristezza, alla depressione e in generale a qualcosa che si vorrebbe tener lontano.
Nel corso dei tre volumi, sdoppiandosi nelle sue varie personalità, Elle intraprende un percorso avventuroso ma anche sofferto alla ricerca di sé stessa. Come non si può fare a meno di nessun colore e di nessuna emozione, così Elle scoprirà che non è giusto rinunciare a nessuna parte di sé.